A Bagno a Ripoli, il Convento dell’incontro apre le celle a chi ne ha bisogno.
Leggi l’articolo di Ivana Zuliani sul Corriere.it
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Abitare Solidale sbarca ad Empoli e Il Tirreno ne parla in questo articolo clicca qui per leggere l’articolo.
Ecco il racconto raccolto da Spaziolibero Tv di alcune esperienze di coabitazione grazie al progetto Abitare Solidale e la collaborazione con Auser
La storia di Wilma, Lovely e Janis e della loro nuova vita grazie al progetto “Abitare solidale”
Nella libreria di Wilma, maestra per una vita intera, non si trovano più soltanto libri e soprammobili in argento: su quegli scaffali sono spuntate anche bamboline colorate, peluche, animaletti in plastica. Da poche settimane un piccolo arcobaleno ha riempito la casa di Wilma e il suo nome è Janis.
“La storia di Maria e Bruna è davvero bella ed intensa.
Bruna, 75enne, ci contatta perchè si sente sola,ha voglia di avere qualcuno per casa per parlare,scherzare e fare passeggiate. E’ solare,chiacchierona, e ti abbraccia sempre calorosamente .
Maria, invece, chiede il nostro aiuto a causa di un imminente sfratto.
“Io non amo la compagnia, sono solitaria ed introversa, ho 70 anni e non riuscirei a cambiare le mie abitudini.. non so neanche se questo progetto sia adatto a me…”, afferma al nostro colloquio.
Eppure, forse merito di una buona intuizione,qualcosa ci diceva che questo abbinamento sarebbe stato vincente…E sia!Primo incontro! Bruna ci abbraccia e ci offre dolcetti, Maria a fatica parla di sè e ripete di essere un lupo solitario e di non poter vivere senza i suoi libri e il suo computer.Ma noi non smettiamo di crederci. Altro incontro e un altro ancora. Maria decide di tentare e di trasferirsi da Bruna.
“Qui ho trovato una famiglia, erano 20anni che nessuno mi dimostrava tanto affetto.”
Sono trascorsi sei mesi di convivenza, fra passeggiate, pranzetti cucinati assieme, tante chiacchiere e soprattutto poco internet e poca tv.Sono una coppia fantastica!
Ma il destino a volte sconvolge i nostri piani…
A Maria viene assegnata una casa popolare,dopo tanti anni di attesa è un’occasione che non si può lasciar sfuggire.
E l’algida donna eremita… piange,piange,bacia,abbraccia . “Non vorrei tornare a vivere da sola,ma lo farò; Bruna e la sua famiglia mi hanno cambiato la vita,non li dimenticherò mai”.
In queste parole tutto il senso di abitare solidale: un ponte, un passaggio temporaneo nella vita che dia sollievo,ristoro, serenità per poi tornare alla propria vita con maggiori capacità e risorse personali, lasciando un segno positivo ed indelebile.
E come nelle migliori favole, Maria e Bruna ora sono diventate grandi amiche,vivono separate ma si sentono quasi tutti i giorni al telefono, si vedono durante la settimana e organizzano ancora cenette insieme.Anche Bruna ha ricevuto molto da questa esperienza: ” È stato bellissimo, facevamo tutto insieme, all’inizio non lo avrei mai immaginato, era così chiusa..ma poi io l’ho fatta aprire!” Subito si è resa disponibile ad ospitare un’altra persona bisognosa. “Lo dovrebbero provare tutti nella vita, anche anziani come me possono riscoprire tante nuove gioie”. “
Abitare Solidale parteciperà il 22 aprile tra i relatori del 8° incontro del CISDU ecco i temi che saranno affrontati e gli spunti di riflessione da cui partire per creare città più coese e solidali
Il tema su “Il Diritto alla Città” è stato affrontato dagli studiosi nelle diverse discipline: nella filosofia (diritto di cittadinanza), nella sociologia (l’uomo nel creare la città, crea se stesso), nell’urbanistica (diritto a progettare e riprogettare la città), nell’economia (modelli di sviluppo …). I diversi punti di vista mettono in luce la complessità del tema e ci fanno riflettere sulle interconnessioni e sulla trasformazione del rapporto con l’ambiente che c’è stato nel tempo, sul land use, sul disegno urbano, nella gestione delle risorse e del patrimonio tramandatoci fino ai nostri giorni. Possiamo altresì rilevare come l’argomento nella nostra Costituzione non è previsto. E’ riconosciuto il diritto al lavoro, il diritto all’ambiente, il diritto alla casa. Ma, “Il Diritto alla città” non è declinato. Oggi la città vive la sua disconnessione, la crisi di valori e di cultura, di identità e di vitalità, la crisi economica e produttiva che abbiamo imparato a conoscere. In tale contesto, la città che abbiamo costruito, viene a trovarsi ripetutamente in stato di stress/emergenza (abitativa, sociale, rifiuti, esondazioni, cambiamenti climatici) e “riscopre” le fragilità di sistema che possono condizionarne lo sviluppo. In queste condizioni nasce l’esigenza di acquisire nuove conoscenze e competenze, nuovi punti di vista: quale inclusione? quale memoria? quale progettualità, quale trasformazione progettuale dobbiamo esprimere per approcciare la città che vogliamo? “Il Diritto alla città” rimanda dunque, inevitabilmente, al tema del governo della città intesa come gestione sociale ed economica delle risorse nelle sue articolate componenti di infrastrutture, di tecnologie, di servizi immateriali (es. comunicazione e informazione) e servizi materiali (es. rifiuti, mobilità, illuminazione, energia) erogati, e alla capacità di riconsiderare e riprogettare gli spazi (per quali cittadini?). Talvolta trascuriamo anche il fatto che, senza cittadini, non ci sarebbe neanche la città.
Da questa premessa le domande che il CISDU sottoporrà ai relatori invitati saranno: Quale Diritto alla città per chi comunque la abita? Quale progetto per il Diritto alla città?
(La redazione CISDU)
Abitare Solidale e l’associazione Obiettivo Franscesco Onlus, soggetto gestore del Convento francescano dell’Incontro, hanno firmato un protocollo d’intesa per dare avvio a un nuovo progetto di social housing made in Abitare Solidale. “Il Chiostro di Francesco”, questo il titolo evocativo dell’iniziativa, aprirà le porte della settecentesca struttura religiosa di proprietà dell’Ordine dei Frati Minori a nuove opportunità abitative a favore di persone in stato di necessità basate sulla cooperazione e la solidarietà.
Per approfondimenti:
http://www.volontariatoggi.info/labitare-solidale-al-chiostro-di-san-francesco/
“Sono una piagnucolona, piango sempre davanti al Tg”, ammette sorridendo.
La solitudine dopo la recente morte del marito le ha accentuato questo lato del carattere, ed i figli ci contattano sperando di trovare una soluzione e un po’ di tranquillità per la mamma e per loro, che spesso vengono svegliati nel cuore della notte dal telefono con Giuliana che piange e dice di aver paura.
Fortuna vuole che poco tempo prima avessimo conosciuto Irina, donna di origine greco-rumena sulla quarantina, dai modi pacati e dal carattere tranquillo e sereno.
Al loro primo incontro è apparso a tutti evidente che le due si compensassero perfettamente!
Contenta Giuliana, entusiasta il figlio e felice Irina,le due convivono dai primi dell’anno.
Intervista al Presidente e al Vice Presidente di Abitare Solidale Auser al minuto 3:43.